Risparmio e Investimento: il futuro è nella Previdenza!

 – Come trasformare il risparmio nella forma più sicura (e redditizia) d’investimento

Da generazioni, in Italia, siamo abituati a vedere il “posto (di lavoro) statale” come l’unico e vero traguardo professionale in grado di garantirci una base solida e sicura. Le ragioni connesse a questo pensiero sono molteplici:

1) è un posto “fisso”, tendenzialmente indeterminato (salvo ipotesi contrattuali diverse);
2) è un posto “sicuro”, perché garantito dallo Stato e dunque non soggetto a licenziamento, salvo le ipotesi previste per legge in caso di violazione delle norme regolatrici del rapporto di lavoro;
3) è un posto “stabile” nel tempo, garantendo una crescita professionale ed economica costante e progressiva;
4) è un posto “agevolato”, perché garantisce benefit sia sull’attività in sé che sulla prestazione del lavorativo, incluso il meccanismo pensionistico.

Tuttavia, però, negli ultimi decenni, con l’aumento demografico, le crisi economiche nazionali e internazionali, la crescente difficoltà per superare le prove concorsuali e le incertezze legate a una correlazione spesso esasperata tra domanda e offerta, il sistema costringe sempre di più a trovare una posizione nel mondo della libera professione, del rapporto di lavoro dipendente o delle attività imprenditoriali, con tutti i rischi connessi.

Nei precedenti articoli abbiamo visto come la priorità assicurativa sia quella di garantirsi delle protezioni dai rischi che possono presentarsi nel corso della vita in danno al reddito (primo scalino) e al patrimonio (secondo scalino); la piramide delle priorità però presenta un altro livello: il risparmio e l’investimento (terzo e quarto scalino).

Queste due operazioni sono legate ai processi di consolidamento del reddito e del patrimonio, al fine di permetterci una sempre maggiore libertà di movimento e di azione rispetto ai nostri obiettivi e alle nostre necessità.

Secondo sempre la nostra piramide, quando il nostro reddito è garantito dai rischi biometrici e il nostro patrimonio dai rischi di responsabilità civile e da danni a persone o cose, è il momento di pensare a come consolidare il nostro “tesoretto”, secondo un livello di importanza strategica:

1) il primo livello è rappresentato dalla garanzia di una “liquidità corrente” sempre disponibile, in caso di piccoli imprevisti;
2) il secondo livello è rappresentato dalla predisposizione di determinati obiettivi specifici, realizzati tramite “accantonamenti”;
3) il terzo livello è rappresentato dalla valutazione globale della propria “posizione previdenziale”;
4) il quarto livello, infine, riguarda gli “investimenti” nel mercato finanziario, con basso o alto rischio.

In questa sede però ci preme ragionare esclusivamente sul terzo livello: il Profilo Previdenziale.

Tale necessità origina dalla certezza che, in tempi così difficili, progettare il proprio futuro in visione pensionistica, sia la strada più giusta, a patto che tutti gli scalini precedenti siano soddisfatti e al sicuro da rischi assicurativi.

Quali sono allora queste necessità? La risposta è semplice:

1) le nuove generazioni difficilmente hanno cominciato a versare i contributi pensionistici necessari per costruire una pensione dignitosa;
2) l’età pensionistica ogni biennio viene elevata sempre di più e nel caso di non accesso per i requisiti, la pensione minima erogata è sotto-soglia rispetto alle necessità medie personali mensili;
3) il calcolo per stabilire il quantum pensionistico erogato al raggiungimento dell’età è fortemente penalizzante e, sempre sulla base del versato (secondo l’attuale modello contributivo), quantifica spesso la somma in un 20-30% in meno dell’ultimo stipendio; tuttavia, si stima che tra poco più di un decennio, le pensioni arriveranno a circa il 66% dell’ultimo stipendio.

Se dunque si decide di porre l’accento su questo profilo, al di là dei contributi versati (se si è dipendenti statali o privati o se si è liberi professionisti o imprenditori), è perché il rischio di depauperare tutto il patrimonio accumulato in decenni è molto alto, arrivando all’età matura con pochissime riserve e magari con qualche problema di salute serio.

Costruire un piano pensionistico è sempre un vantaggio nel tempo, perché prima si “accende” e meglio è, usufruendo di una tassazione speciale e di agevolazioni fiscali in grado di rendere l’impegno economico meno gravoso e più stimolante. Pensare invece a quel che si può fare avendo già un’età adulta potrebbe compromettere irrimediabilmente le chance di protezione. Ma i vantaggi non finiscono qui: infatti, nell’ipotesi di lavoro dipendente, anche per il datore di lavoro ci sono vantaggi fiscali cumulativi fino al 25% se fa traghettare il TFR (trattamento di fine rapporto) su un piano pensionistico complementare.

I vantaggi dunque sono molteplici:

1) contribuisci alla crescita del profilo pensionistico complementare, assicurandoti una pensione di vecchiaia supplementare;
2) puoi riscattare il capitale versato (se inferiore ai 100.000 euro);
3) puoi usufruire di agevolazioni fiscali convenienti in modalità proporzionale e progressiva tanto prima accendi il fondo pensionistico, portando a deducibilità annuale i contributi versati fino al tetto di 5.164,57 euro (riducendo di fatto la base imponibile Irpef delle somme versate nel piano d’investimento pensionistico prescelto);
4) puoi destinare il tuo TFR per accrescere il fondo pensione, godendo di detrazioni e detraibilità sia tua che il tuo datore di lavoro;
5) ti assicuri una rendita di vecchiaia adeguata alle tue reali necessità.

Ecco perché la nostra consulenza è funzionale anche a orientarsi nel mondo previdenziale, utilizzando le risorse disponibili in tema di risparmio per garantire al cliente una protezione globale con il minor rischio possibile!